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Ficodindia dell’Etna


La denominazione d’origine “Ficodindia dell’Etna” si riferisce alle cultivar della Opuntia ficus-indica. 

La pianta, a crescita molto rapida, può raggiungere i 3-5 metri di altezza.
Le radici sono generate dalle foglie carnose (pale) che si sovrappongono, dando vita alla caratteristica forma di albero senza tronco e senza rami che la contraddistingue.
Il prodotto finito è un frutto di forma ovoidale appartenenti a tre varietà:
  • Sulfarina o Nostrale: a polpa gialla, consistente e saporita
  • Sanguigna: a polpa rossa, succosa e dal gusto corposo
  • Muscaredda o Sciannarina: a polpa bianca, dal sapore particolarmente delicato
La polpa è caratterizzata dalla presenza di un gran numero di semi. E’ ammessa una percentuale non superiore al 5% di altri ecotipi. Sono considerate varianti di pregio le selezioni Trunzara o Pannittera, delle cultivar bianca, rossa e gialla.
I frutti vengono distinti secondo il periodo di maturazione in “Agostani” o “Latini” (primo fiore) e “Scozzolati” (seconda fioritura).
I frutti vengono immessi sul mercato dopo essere stati sottoposti a “despinatura”, particolare lavorazione che consente di eliminare le numerose spine presenti sulla parte esterna dei frutti.

Comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Camporotondo, Belpasso e Paternò, in provincia di Catania

fonte colture siciliane



Ficodindia dell’Etna




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